Frida Kahlo, artista messicana e oggi icona femminista per eccellenza, dichiarò di aver avuto due incidenti nella vita: il primo nel 1925, quando viaggiava a bordo di un autobus che si schiantò contro un tram, costringendola a 32 interventi chirurgici, dolore cronico e una lotta continua col suo corpo per tutta la vita. Il secondo qualche anno dopo, nel 1928, quando Frida, costretta dallo studio perso a causa del ricovero dall’incidente di cui sopra ad abbandonare i suoi piani di diventare medico, ripiegò sulla pittura. Ma Frida era una giovane con le idee chiare e la testa sulle spalle: non voleva lanciarsi in una carriera senza la sicurezza di avere le carte in regola per potersi mantenere con essa.
Così si era recata sul luogo di lavoro di Diego Rivera, il più celebre artista messicano del tempo, e costringendolo a scendere dai ponteggi su cui stava lavorando al suo nuovo murale, gli aveva mostrato i suoi dipinti, per chiedergli se valessero qualcosa.
Quell’incontro segnerà la vita e la fama di entrambi.
Diego, di vent’anni più vecchio di Frida, con già due matrimoni falliti alle spalle e una lunga carriera di donnaiolo, resta subito colpito dal talento e dalla caparbia della giovane artista, così ogni domenica le fa visita alla Casa Azul, la casa di Coyoacàn dove lei è nata e vive con la sua famiglia.
Tra Frida e Diego, un’attrazione irresistibile: entrambi brillanti, ironici, rapidi di pensiero, comunisti, non si annoiano mai insieme. Appena un anno dopo, si sposano. La madre di Frida, Matilde, non è d’accordo: definisce quel matrimonio come “lo sposalizio tra una colomba e un elefante”. Più diplomatico Guillermo, il padre di Frida, che conosce bene la figlia, che è anche la sua pupilla. Si reca a colloquio col futuro genero e lo avverte: “Mia figlia ha il diavolo in corpo”. Diego lo sa bene. “Ho fatto il mio dovere”, conclude Guillermo.
Ma il matrimonio non va come sperato.
Schiacciata dalla fama di lui e dai continui tradimenti, Frida si “comprime” nel ruolo rassicurante di “moglie di”. Dipinge sempre meno, accetta le sue amanti – molte delle quali diventeranno anche amanti di Frida -, lo segue nei suoi viaggi negli Stati Uniti, luogo senza storia che Frida detesta, ma che invece Diego adora, almeno quanto gli Stati Uniti sembrano adorare – e comprare – lui.
All’improvviso, però, un incontro inaspettato: quello col fotografo Nickolas Muray.
Nato come Miklos Mendl in Ungheria nel 1892 e cambiato nome una volta emigrato a New York, Nick aveva iniziato a lavorare come fotografo, divenendo presto un pioniere della fotografia a colori e uno dei fotografi più richiesti dalle riviste di moda.
Nel 1923, Nick aveva conosciuto un artista messicano, Miguel Covarrubias, e i due avevano stretto una profonda amicizia. Tanto che, nel 1932, Miguel gli chiede di seguire lui e sua moglie Rosa in Messico, dove vuole presentargli l’artista messicano più famoso del momento, nonché suo maestro: Diego Rivera.
Ma dall’incontro, Nick uscirà molto più attratto dalla giovane moglie di Diego che dall’artista stesso.
Tra Nick e Frida scatta un’attrazione immediata, tanto che lei gli invia una lettera in cui gli confessa il suo amore.
Non ci sono fotografie di quel primo incontro, il che è strano considerando che Nick era solito girare sempre con due macchine fotografiche, per immortalare ogni momento della sua quotidianità, quasi un influencer ante-litteram.
Eppure, quel primo incontro con Frida, ha voluto tenerlo segreto, intimo, tutto per sé.
I primi ritratti che le scatta risalgono al 1937 quando, con la scusa di dover ristrutturare il suo studio di New York, Nick raggiunge Frida a Coyoacàn. La loro relazione va avanti clandestinamente, approfittando di ogni viaggio di lei negli Stati Uniti a seguito del marito, o dei mille pretesti di lui per tornare in Messico. Diego inizialmente ne è all’oscuro: non gli dispiace quando Frida lo tradisce con le donne, ma le relazioni con altri uomini non riesce a mandarle giù.
I due vivono una sorta di matrimonio “aperto”, ma nel 1934 Diego supera ogni limite: tradisce Frida con l’amatissima sorella di lei, Cristina.
Un doppio tradimento che Frida tenterà per anni di superare, perdonando entrambi. Nick è sempre al suo fianco, anche quando, sempre nel ‘37, Frida ha l’occasione di tenere la sua prima mostra personale, a New York, nella galleria di Julien Levy. Nick le è accanto, la supporta, la aiuta a preparare i documenti di accompagnamento per le opere, realizza stampe fotografiche sia a colori che in bianco e nero dei quadri esposti, così da venderli e pubblicizzare l’esposizione. A New York, Frida si concederà diversi flirt, ma è con Nick che passerà la maggior parte del suo tempo. Lui la presenta alla sua famiglia e ai suoi amici più cari e in un bel mattino newyorkese la trascina nel suo studio e le scatta delle fotografie che renderanno l’immagine di Frida iconica.
Nick è incantato da Frida e quel giorno non riesce a smettere di scattare. La passione tra i due emerge sia in alcuni quadri di lei, sia da queste fotografie: Frida non è mai apparsa così bella e sensuale come negli scatti di Nick, che ci mostra la donna – l’artista – esattamente con gli occhi dell’amore con cui la vedeva lui.
Nick le è accanto anche nel 1939, quando André Breton, fondatore del Surrealismo, vuole organizzare per lei una mostra a Parigi e una a Londra.
Frida non vorrebbe partire: sta tentando di perdonare Diego dopo il tradimento con Cristina, ma ha paura che andare così lontano voglia dire solo lasciargli più occasioni per ferirla di nuovo. Nonostante anche lei avesse altre relazioni, l’abbandono e la fine del matrimonio con Diego erano per lei un dolore insopportabile.
Lui, al contrario, la spinge a partire: crede tantissimo nel talento della moglie e vuole che lei si prenda tutta la gloria che merita.
Alla fine, Frida si lascia convincere, ma l’esperienza parigina sarà un disastro, soprattutto per la disorganizzazione di Breton. Esausta, deciderà di annullare la mostra a Londra, esprimendo anche un pessimo giudizio sui Surrealisti: perdigiorno che passano più tempo a chiacchierare al caffè che in studio a lavorare alle loro opere.
Presto si ritroverà anche in difficoltà economiche e, non volendo chiedere denaro a Diego, sarà Nick, sempre presente, a prestarle dei soldi per renderla indipendente dal marito.
Nick è sempre più innamorato di Frida, lei ricambia il suo amore, ma lo avverte: il suo cuore appartiene solo a Diego. Gli consiglia di cercarsi nuove amanti e quando Nick segue il suo consiglio, lei decide di tornare in Messico.
Nick non si arrende, la raggiunge, continua a scattarle foto. La ritrae immersa nella natura messicana, tra i reperti di civiltà precolombiane o i suoi amati animali da compagnia: il cerbiatto Granizo, l’aquila, i cani, le scimmie.
Lui la vede, ma Frida non riesce a staccarsi da Diego.
Nick le scrive una lettera straziante: è consapevole di aver donato tutto il suo cuore a una donna che gliene ha dato solo metà.
La lettera con cui Nick interrompe la loro relazione raggiunge Frida lo stesso giorno in cui Diego le chiede il divorzio.
Sarà per un periodo orribile per Frida: il dolore, sia fisico che morale, la porterà a bere tanto, troppo. Diego, addolorato per lei, tornerà appena un anno dopo, confessandole di non aver mai smesso di amarla. Si risposeranno nel 1940.
Per altri due anni, Nick la aspetterà, sperando in un futuro con lei. Nel 1942 dovrà arrendersi, e l’anno dopo si risposerà e avrà una figlia, che chiamerà Michel, in onore di Miguel Covarrubias, l’amico che gli aveva fatto conoscere Frida.
Questa incredibile storia d’amore è rimasta sconosciuta per 70 anni, fino a quando, sistemando gli archivi di Nick, non verranno ritrovate le lettere che Frida gli aveva spedito nel corso della relazione durata 10 anni e poi dell’amicizia che ne era rimasta, fino alla morte di lei, nel 1954.
Se Diego Rivera, alla morte della moglie, ha lavorato instancabilmente affinché il mondo conoscesse l’immenso talento di Frida, Nickolas Muray ci ha invece tramandato con i suoi scatti colorati, raffinati e ammirati, l’immagine di una donna controcorrente, forte proprio perché fragile, nata sotto una cattiva stella, ma che non ha pensato mai un attimo di arrendersi. Anzi, il suo insegnamento più grande, Frida ce lo lascia nell’ultima opera da lei realizzata: VIVA LA VIDA!
Giulia Faina
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Visita guidata tematica: Frida Kahlo – Through the Lens of Nickolas Muray- Mostra al Museo della Fanteria