Il 28 settembre del 1924 nasceva a Fontana Liri (ma veniva registrato il 28!), in provincia di Frosinone, Marcello Vincenzo Domenico Mastrojanni, con la “j”, che sarà poi convertita in una “i” agli inizi della carriera cinematografica.
Il piccolo Marcello è figlio del falegname Ottorino Mastroianni e di Ida Irolle, le cui polpette al sugo sempre resteranno nel cuore dell’attore.
Il rifiuto del padre di tesserarsi al partito fascista, porta la famiglia Mastroianni a vivere sulla soglia della povertà: anni che Marcello non ricorderà mai volentieri, non volendo più tornare a Fontana Liri una volta raggiunta la fama.
La passione per la recitazione lo accompagna da quando, bambino, ha recitato insieme alla mamma come comparsa in diversi film di Blasetti, Gallone e De Sica: sarà proprio lui a convincere il giovane Marcello a studiare e a impegnarsi sempre di più col teatro.
Nel 1948 viene notato da Luchino Visconti, che lo vuole nella sua compagnia teatrale e poi anche al cinema, dove ricoprirà il ruolo del protagonista nel film Le notti bianche del 1957, tratto dall’omonimo romanzo di Dostoevskij.
L’anno dopo, Marcello si trova a recitare con i “grandi”: con Vittorio Gassman e Totò è ne I soliti ignoti, pellicola di Mario Monicelli. che diede vita a un genere tutto nuovo: la commedia all’italiana, un genere unico, proprio del nostro Paese e del nostro modo di vivere e prendere la vita. Così lo spiega Monicelli stesso:
«La commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici. È questo che distingue la commedia all’italiana da tutte le altre commedie…»
Quel trampolino di lancio lo porterà poi a farsi conoscere in numerose pellicole, fino ad arrivare all’attenzione di Federico Fellini, che lo sceglie come protagonista per “La Dolce Vita” del 1960. Per averlo come protagonista, Fellini rompe il sodalizio col produttore Dino De Laurentiis, che al suo posto avrebbe voluto un divo internazionale come Paul Newman, e non quella “faccia qualunque” che tanto aveva colpito il regista riminese.
La Dolce Vita è un successo internazionale, è la definizione stessa di “icona”: chi non ha mai pensato alla celebre scena del bagno nella Fontana di Trevi (per realizzarla, Marcello chiese di indossare una muta sotto il costume di scena per proteggersi dal freddo e si scolò un litro di vodka), o citato la famosa frase “Marcello, come here!”?
Mastroianni diventa presto l’attore più amato – e pagato! – d’Italia. I suoi successi sono molteplici, da 8 ½ a Il bell’Antonio, dove tenta invano di distruggere l’immagine di latin lover che La Dolce Vita gli aveva appiccicato addosso, Ieri, oggi e domani e Matrimonio all’italiana con la compagna di sempre – sul set! – Sophia Loren e molti altri, fino a debuttare all’età di 42 anni nella commedia musicale con Ciao Rudy! di Garinei e Giovannini, dove interpreta Rodolfo Valentino.
Lavora in Italia e all’estero, in film d’autore e semplici commedie, vincendo premi ovunque, ma mantenendo quell’ironia e quella modestia che lo contraddistinguono, sempre attento a non atteggiarsi a divo.
Negli ultimi mesi di vita, colpito da un tumore al pancreas, Marcello – in genere gelosissimo della sua privacy – si lascia andare a ricordi e confessioni, nel documentario Marcello Mastroianni – mi ricordo, sì, mi ricordo, per la regia di Anna Maria Tatò, sua ultima compagna.
Il documentario è considerato ancora oggi il suo testamento spirituale, il ricordo lasciato da uno dei nostri attori più amati in Italia e nel mondo, scomparso il 18 dicembre del 1992 a Parigi, all’età di 72 anni.
In occasione della sua morte, nella Fontana di Trevi vennero calati tre lunghi drappi di seta nera, per ricordare l’attore la cui immagine è ormai inseparabile da quella della fontana.
Giulia Faina
Visita guidata tematica: Roma nei ricordi di Marcello Mastroianni