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L’Antico Caffè Greco, un piccolo tour in questa galleria dei ricordi!

Al numero 86 di Via dei Condotti si trova un locale molto elegante, con le pareti rosse e arricchite di cimeli. Si tratta dell’Antico Caffè Greco, il più antico caffè letterario di Roma. 

Il fenomeno dei caffè letterari si diffonde in Europa nel ‘700, l’età dei Lumi, quando le menti più vivaci e geniali del tempo presero l’abitudine di riunirsi nei caffè per discutere di cultura, filosofia, politica, letteratura e attualità; ogni paese del Vecchio Continente poteva vantare almeno un caffè letterario di spicco. L’Italia, ovviamente, non fu da meno!

Dopo il Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia, il “nostro” Caffè Greco è il più antico d’Italia, certamente di Roma. 

Fondato nel 1760 da Nicola della Maddalena, prende il nome dall’origine levantina del suo fondatore, oppure, secondo un’altra teoria meno accreditata, dal fatto che la zona in cui si trova fosse abitata da immigrati Greci. 

Oltre ad essere il più antico caffè letterario di Roma, è anche la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico del mondo! 

Le sue sale contano più di 300 opere, molte delle quali ci regalano paesaggi di una Roma che non c’è più: palustre, selvatica, continuamente in bilico fra le sue rovine e la modernità che avanzava nel resto d’Europa. Insomma, un vero e proprio museo sempre aperto a tutti, senza pagare un biglietto d’ingresso, accolti dal personale gentile e disponibile anche nelle ore di punta! 

Cominciamo il nostro piccolo tour virtuale con la prima sala a cui si accede: la Sala Venezia, dove si trova il banco del bar e opere che celebrano la città lagunare, come il quadro che ritrae il Ponte di Rialto di Ippolito Caffi. Dategli un’occhiata prima di perdervi tra i colori e le squisitezze che offre la pasticceria del Caffè! 

La seconda sala celebra la città che ospita il Caffè Greco: è la Sala Roma, ornata dalle splendide opere di Vincenzo Giovannini, con vedute di alcune delle meraviglie monumentali capitoline. 

A queste, segue la Sala delle Vedute Romane, con immagini bucoliche di pastori e contadini. Se nella sala precedente abbiamo visto lo splendore della Roma Classica, qui troviamo una Roma più campestre, semplice, a contatto con le sue origini pastorali. 

Il gioiellino del Caffè è poi la Sala Omnibus, la sala preferita per i raduni dei grandi intellettuali e personaggi alla moda dell’alta società, i cui volti vengono ricordati nei medaglioni che decorano le pareti della sala. E’ in questa sala che, una volta al mese, si riunisce il Gruppo dei Romanisti, un’associazione di Romani e non, appassionati di Roma e della sua storia, fondata nel 1929. Ancora oggi il Gruppo dei Romanisti si riunisce in questa sala, e i loro studi vengono pubblicati nella Strenna dei Romanisti,  tradizionalmente consegnata al sindaco della Capitale il 21 Aprile, giorno del Natale di Roma.

Una piccola deviazione ci conduce poi verso un corridoio in cui troviamo un quadro di Renato Guttuso che ci propone uno scorcio, quasi uno scatto fotografico, di come doveva apparire il Caffè nel ‘900, durante una giornata di frizzante attività lavorativa, ma anche sociale e intellettuale. Nel quadro, Guttuso raffigura anche il pittore Giorgio De Chirico, assiduo frequentatore del caffè, che era solito dire: “Il Caffè Greco è il luogo in cui ci si può sedere ad aspettare la fine del mondo”. 

L’ultima sala, la “Sala Rossa”, è anch’essa ricca di cimeli e curiosità. 

Qui viene scattata la foto che compare come copertina del 45 giri “Minuetto/Tu sei così” di Mia Martini, in cui l’artista viene raffigurata con aria distante, mentre accarezza distratta il suo cagnolino.

Alzando lo sguardo, (ma bisogna cercare bene!) si può trovare il calco del pugno del pugile Primo Carnera, e, quasi al centro della sala, un grazioso divanetto rosso appartenuto allo scrittore danese Hans Christian Andersen, che viveva al piano superiore e che aveva deciso di lasciare al Caffè Greco parte del suo arredamento una volta lasciata la sua casa romana. 

Moltissimi i personaggi che si sono seduti ai tavolini del Caffè Greco: dal filosofo Arthur Schopenhauer, a Giacomo Leopardi, da Gabriele D’Annunzio, di cui nel locale è conservato un cravattino con il tricolore italiano, allo scrittore russo Nikolaj Vasil’evič Gogol, che qui compose parte del suo “Anime morte”, fino ad arrivare a personaggi più moderni e contemporanei: il regista Orson Welles, lo sceneggiatore Ennio Flaiano e addirittura Alberto Sordi! 

All’interno del Caffè potrete divertirvi a curiosare sulle varie pareti, a cercare i cimeli e i ritratti di personaggi che mai vi sareste aspettati di trovare qui (due nomi, su tutti: Buffalo Bill e Toro Seduto!), e magari potreste anche cogliere l’occasione per gustare un ottimo caffè realizzato con la miscela speciale del Caffè Greco, per rivivere l’atmosfera vivace ed effervescente del locale nel suo massimo splendore! 

Giulia Faina

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