Spesso dimenticata dalla storia e messa in ombra dalla ben più carismatica, maliziosa e affascinante Josephine, Maria Luisa d’Austria è stata la seconda, giovanissima, moglie di Napoleone.
Tra i due ci sono 22 anni di differenza e l’odio profondo con cui la giovane è stata cresciuta e alimentata. Un odio viscerale nei confronti di quel generale corso che così tante volte aveva sconfitto gli Austriaci e che ai suoi occhi appariva addirittura come il diavolo.
Napoleone per lei incarna lo spirito della Rivoluzione, che taglia le teste coronate (come quella della sua prozia Maria Antonietta), distrugge la Chiesa e le monarchie europee, mentre suo padre, l’imperatore Francesco I, al contrario è il protettore della fede, dell’ordine e della giustizia.
Tra i suoi giochi, Maria Luisa ha un soldatino che chiama “Buonaparte” e che ama maltrattare.
Un sospetto inizia a farsi strada in lei: è il 1810 e Napoleone ha appena divorziato da Josephine. Maria Luisa sa che presto l’imperatore francese inizierà a cercare una nuova consorte e lei non vuole decisamente essere nel novero delle candidate. Così scrive una lettera al padre, suggerendogli inoltre un possibile promesso sposo scelto da lei stessa.
Ma le trame internazionali cominciano a intrecciarsi: Napoleone prende in considerazione 18 possibili candidate, scartando immediatamente tutte quelle francesi. Vuole imparentarsi con qualche nobile e importante dinastia europea e la partita sembra giocarsi fra due grandi imperi: quello austriaco, con la giovane Maria Luisa sempre più spaventata dalla possibilità non proprio remota di essere la prescelta, e quello russo, con Anna Pavlovna Romanova, sorella dello zar, che si rifiuta categoricamente di sposare Napoleone.
A risolvere la situazione, lo zampino del Cancelliere austriaco Metternich: mai avrebbe permesso un’alleanza tra Francia e Russia, è chiaro che la giovane Maria Luisa avrebbe dovuto compiere il suo dovere per la Patria.
Quella che sembrava un’unione disastrosa, si rivela invece una piacevole sorpresa: lo charme di Napoleone affascina la giovane, che rimane incantata da lui. Così, dopo essersi assicurato che lei fosse d’accordo, i due consumano il matrimonio e raggiungono la Francia.
I due sposi si affezionano presto l’uno all’altra. Lei è la moglie ideale per Napoleone: gentile, educata, remissiva, ubbidiente, devota e soprattutto non si intromette negli affari politici. Lei vede in lui la figura forte, autoritaria e carismatica che aveva prima incarnato suo padre.
Nonostante tutto, la corte francese non le piace, non è a suo agio e sa bene che i Francesi la odiano. Ama la vita privata, raccolta, è molto timida, non sopporta le lusinghe e la falsità dei cortigiani. Le donne Bonaparte, che avevano detestato già Josephine, non amano nemmeno Maria Luisa e cercano sempre di metterla in imbarazzo.
Napoleone è il suo unico punto di riferimento.
I due si rivedranno per l’ultima volta nel 1814, dopodiché col crollo dell’impero cambieranno molte cose, Maria Luisa in primis.
Sarà nominata duchessa di Parma e Piacenza, e in quanto tale, come prima cosa, italianizza il suo nome: da Marie Louise a Maria Luigia. Il popolo è entusiasta della sua nuova duchessa, al punto che lei si commuove. Lei vuole solo trascorrere la sua vita in tranquillità, lontana da guerre e intrighi, e i Parmigiani sono assolutamente d’accordo con lei. Per il suo buon governo e le sue scelte illuminate, sarà ricordata come “la buona duchessa di Parma”.
Il 5 maggio 1821 Napoleone muore, lei apprende la notizia il 19 luglio. La sua reazione è strana: confessa di essere afflitta dalla notizia perché, nonostante non avesse mai provato grandi sentimenti per lui, gli era grata per averla sempre trattata bene.
Lui non lascia al figlio e alla moglie soldi, ma solo reliquie affettive. Maria Luigia cercherà in tutti i modi di avere almeno metà del patrimonio di Napoleone per il figlio, ma inutilmente.
La sua vita privata non sarà esente di gioie e dolori: amerà, riamata, il generale Adam Albert von Neipperg, che, dopo la morte di Napoleone, sposerà attraverso un matrimonio morganatico, dal momento che Neipperg era di rango molto inferiore al suo.
L’amato marito morirà per problemi cardiaci nel 1829: Maria Luisa lo piangerà molto, pur non potendo portare pubblicamente il lutto a causa di ordini di suo padre da Vienna.
Si risposerà nel 1834 con Charles-Renè de Bombelles, ministro della Difesa del Ducato di Parma, ma sarà un matrimonio esclusivamente di convenienza.
Nel 1832, il dolore più grande: la perdita del primo figlio, quello avuto da Napoleone: Francesco, Duca di Reichstaldt, il bambino che era destinato a diventare Napoleone II e che invece era stato “rinchiuso” nella corte viennese dove, col nome più austriaco di “Franz”, era stato cresciuto lontano dal ricordo del padre e dalla presenza fisica della madre.
Ammalatosi a vent’anni di tubercolosi, si era spento l’anno dopo tra le braccia della madre.
Il resto della sua vita trascorse in tranquillità, circondata dall’affetto del suo popolo e dei figli che aveva avuto da Neipperg e che l’amavano tanto.
Sovrana illuminata e colta, si spense nel 1847 all’età di 56 anni, serenamente, nel sonno.
Nel 1912, a Parma, fu inaugurato un museo interamente dedicato a lei, la “buona Duchessa” tanto amata dal suo popolo.
Giulia Faina
Visita guidata tematica: EI FU – Napoleone e i Bonaparte al Museo Napoleonico